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Date(s) - 01/02/2017
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Museo Mirko Vucetich
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Presentato il progetto di mostra sul Centenario Klinger.
Il 4 luglio 1920 moriva l’artista tedesco Max Klinger. Studi a Lipsia, poi alla scuola d’arte di Karlsruhe e infine, dal 1875 a Berlino. La grafica fu all’inizio dei suoi lavori e le sue prime incisioni furono quelle dei cicli dedicati ad “Eva”, ai “Salvataggi di vittime ovidiane”, ad “Amore e Psiche”. Dal 1879 i suoi viaggi fuori dalla Germania, a Bruxelles per studiare presso il pittore simbolista Wauters, poi a Parigi dove studiò l’opera di Francisco Goya, di Gustave Doré e di Puvis De Chavannes. Iniziata l’attività di scultore con un “Beethoven”, nel 1887, tornato a Berlino, incontrò e divenne amico di Arnold Böcklin, il pittore che tanta importanza avrebbe avuto per lui.
Con la pubblicazione del suo trattato su “Pittura e disegno” nel 1891, lanciò una sua teoria alla quale lavorava da anni, il concetto di “Griffel”, da cui il neologismo da lui inventato “Griffelkunst”, per definire il mezzo di rappresentazione artistica dell’insieme di disegno e grafica.
Il viaggiatore Klinger aveva nel frattempo iniziato il tradizionale Grand Tour tedesco in Italia: Padova, Firenze, Roma, Napoli, la Sicilia. attratto anche dal gran fascino del Mediterraneo che lo vide arrivare fino in Grecia (oltre che a Carrara, le cui cave oggi sono minacciate dopo secoli di storia, da un tratto di penna decisionale della attuale Regione Toscana) alla ricerca anche dei marmi per le sue sculture dedicate ad alcuni grandi del suo secolo: Nietzsche, Wagner, Brahms, Beethoven, Liszt….